“Perché non le avevo detto che la paura perenne e distruttiva che mi incuteva quel sentimento era peggio di un buco nel petto? Perché non avevo avuto il coraggio di spiegarle che quell’amore era una minaccia mortale per me? Forse perché sapevo quanto odio può lasciare quando se ne va, quanto devastante può diventare quando la persona a cui è rivolto non c’è più o non è più in grado di ricambiarlo, quanto disgregante può diventare il vuoto.”
Come si supera la paura di affrontare una nuova relazione?
E se il ragazzo mi piace, ma non riesco a fidarmi, che si fa?
Nonna Maria ci insegna la vita: II Modulo
Mammolina is the the new stile di attaccamento C.
E la Crittenden muta.
Avete mai sentito parlare della Teoria dell’Attaccamento?
Vi piacerebbe un approfondimento?
Mi sono imbattuta in questa foto.
Me l’aveva scattata Enrico, in un periodo della mia vita in cui avevo con fatica raggiunto serenità e stabilità, ma non lo sapevo fino in fondo.
Era il 2016.
Tre vite fa.
Mi colpisce sempre molto quando alcune “semplici” consapevolezze arrivano sempre dopo.
Giochi a “trova le differenze” tra la te di adesso e la te di allora e ti accorgi di quante cose hai dato per scontato.
Quante vite si vivono all’interno della stessa vita?
Quanti capitoli si aprono e si chiudono?
Quanti capitoli decidiamo di eliminare perché troppo dolorosi e quanti ci portiamo dietro perché ci insegnano qualcosa?
Quanta fatica facciamo a mantenere insieme i nostri pezzetti che tante, troppe volte, si sono sparsi qua e là?
Quanti ne perdiamo lungo la strada?
Quanti ne ritroviamo?
E quanti ne (ri)costruiamo?
Quanto è liberatorio realizzare che ad ogni reset imposto o cercato, corrisponde sempre e comunque una possibilità di un nuovo inizio?
Ricevere complimenti fa piacere, dicevano.
Eppure non sempre è così.
A volte succede che ci mettono proprio a disagio, altrochè.
Le motivazioni di questo disagio possono essere molteplici, chiaramente.
Se ci soffermassimo su questo e non ci facessimo bastare di nominare il nostro sentire “disagio” e basta, per esempio potremmo scoprire che non riusciamo a dire subito grazie al complimento ricevuto, perché abbiamo dentro di noi una parte che “semplicemente” non pensa di essere bella, per esempio. Oppure brava. Oppure in gamba, oppure capace, oppure simpatica, oppure, oppure, oppure..
E ne è fermamente convinta. Talmente tanto convinta da pensare che l’altro la stia prendendo in giro, oppure abbia dei doppi fini, oppure che lo faccia solo per cortesia, ma che non lo intenda davvero, davvero.
Qualsiasi argomentazione per mantenere salda l’immagine originaria che si ha di sè.
Una volta una persona mi disse:
“A volte devi imparare a guardarti anche con gli occhi di chi ti vuole bene. E fidarti di quel che vedono.”
E a voi?
Che succede dentro di voi quando ricevete un complimento?
Ciascuno di noi ha una parte autocritica, più o meno marcata:
la mia, per esempio, marcatissima, potrebbe essere candidata agli Oscar delle parti autocritiche come miglior attrice protagonista dei film mentali che quotidianamente mi faccio.
L’autocritica verso di sè ha una funzione importante, perché ci può aiutare a riconoscere i limiti che ciascuno di noi ha e di imparare anche dagli errori che si possono commettere.
Che siamo esseri umani e soggetti (anche) all’ errore molto, troppo spesso ce lo dimentichiamo o non ce lo concediamo affatto.
Quello che succede alle volte è che questa autocritica verso di sè si trasforma in un feroce e spietato attacco contro di sè, costantemente, quella vocina che non manca mai occasione di ricordarci quanto siamo sbagliati, quanto siamo patetici, quanto siamo idioti, quanto non siamo in grado, quanto non siamo abbastanza, quanto non valiamo niente, quanto di qua quanto di là, contribuendo così a mantenere o alimentare ruminazioni ed emozioni dolorose.
Riconoscere l’esistenza di questa parte dentro di sè può migliorare la qualità del nostro dialogo interno e del modo in cui ci rivolgiamo a noi stessi, favorendo così accoglienza e gentilezza, in primis verso di sè.
Ci avete mai fatto caso a quanto spazio occupa dentro di voi la vostra parte critica?